Subito dopo Pasqua si terrà a Loreto un Convegno di tutta la Chiesa Italiana. In pratica si troveranno i rappresentanti di tutti i Cristiani italiani per discutere su un grosso problema: La Riconciliazione.
Riconciliazione significa «fare pace», ma per non essere semplicemente «in pace» - sarebbe troppo egoistico - ma per diventare «operatori di pace» e far sì che anche gli altri facciano pace.
La gente del viaggio ha proprio una sua particolare vocazione ad essere «operatore di pace», infatti porta in giro per le piazze il divertimento ed il buon umore e noi sappiamo bene quanto sia necessario essere di buon umore per essere in pace con tutti.
Mi stavo però domandando se siamo «operatori di pace» anche tra di noi. Il Papa ha recentemente scritto un documento su questo argomento: «Riconciliazione e Penitenza».
In questo documento il Papa, tra tante cose che dice, cerca di individuare i mali che affliggono il mondo e creano divisioni nel nostro tempo. Ne ricordo qui alcuni: il calpestamento dei diritti fondamentali della persona umana, le insidie e le pressioni contro la libertà dei singoli, le varie forme di discriminazione razziale, culturale, religiosa, la violenza, il terrorismo, l'ingiusta diversità economica tra gruppi e classi sociali, la contrapposizione di interessi economici e così via. Purtroppo i mali sono tanti e l'elenco si farebbe molto lungo se si dovessero rammentare tutti.
Che cosa di tutto questo possiamo trovare tra le nostre carovane che ostacola la nostra riconciliazione? Siamo proprio sicuri che nel circo non siano calpestati i fondamentali diritti della persona umana e che non ci siano differenze di classe, o forme di razzismo tra galuppi, artisti, direzione? E nei Luna Park non c'è troppo isolamento tra una carovana e l'altra, tra il dritto e il sinto? E che dire dei nostri figli che lavorano troppo presto, mentre noi ci mettiamo troppo presto a riposo?
E gli interessi non hanno troppa precedenza rispetto al rapporto umano? Quante volte si pensa alle nostre esigenze prima di pagare il giusto a chi ha lavorato? E i nostri clienti? Che cosa vediamo in loro? Degli amici a cui mostrare il nostro lavoro e donare un po' di divertimento, o delle persone a cui prendere più soldi possibile?
Quando un carro si sfonda nel fango, non c'è verso di tirarlo fuori se non con l'aiuto di altri: mettendoci insieme si risolve il problema. Credo che questi nostri problemi non li possiamo risolvere da soli, bisogna metterci insieme, non aver paura di parlarne, allora, con l'aiuto di Dio, possiamo anche risolverli e diventare così dei veri «operatori di pace» per la gente che incontriamo nelle piazze e tra di noi. Ma non possiamo nemmeno aspettare che sia qualche altro ad iniziare; se il carro ci interessa saremo noi i primi a tentare di tirarlo fuori: «Ciascuno - dice il Papa nel documento - si assuma le proprie responsabilità, per cambiare seriamente e coraggiosamente quelle intollerabili situazioni».
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